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giovedì 5 ottobre 2017

L'IGNARA PASSEGGIATA DEI PALERMITANI SULLE ROVINE DELLA GUERRA

Il mare del Foro Italico colmato
dai detriti edilizi dei bombardamenti alleati a Palermo.
La fotografia riproposta da ReportageSicilia
è tratta dl "Bollettino dell'Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Palermo" del settembre-dicembre del 1952
"All'indomani della guerra, il paesaggio urbano di Palermo si presentò completamente devastato e intasato dalle macerie degli edifici colpiti ( il 42 per cento della città distrutta ).
Il governo Alleato, approfittando del nuovo piano regolatore della città, decise di riversare tutte le macerie nel tratto di mare di fronte al Foro Italico.
La superficie del mare oggi ricoperta da terra e manto erboso ha un'area di oltre 40.000 metri quadrati, la cittadinanza palermitana odierna porta lì le proprie famiglie per un pò di svago domenicale in mezzo al verde; ciononostante non tutti i palermitani sanno che oggi i loro bambini giocano su quello che rimane di fisico della distruzione causata dai bombardamenti aerei del 1940-1943"


Con questi dati e con queste considerazioni, i ricercatori Samuel Romeo e Wilfried Rothier concludono la loro recente ricostruzione dei bombardamenti che devastarono Palermo durante la seconda guerra mondiale ( "Bombardamenti su Palermo, un racconto per immagini", Istituto Poligrafico Europeo, 2017 ). 
Gli stessi autori dell'accurato saggio sottolineano che non esistono dati univoci sui danni provocati dalle bombe alleate e tedesche nel capoluogo dell'Isola: una circostanza favorita dal clima di incertezza e dalle difficoltà logistiche  che accompagnarono il censimento degli immobili civili ed industriali danneggiati o devastati dagli ordigni. 
Le informazioni riproposte da ReportageSicilia provengono da un "Bollettino dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo" datato settembre-dicembre del 1952.
La pubblicazione inserisce i suoi dati all'interno di un lungo articolo dedicato alla Relazione al Piano di Ricostruzione compilata nel 1946 dall'Ufficio dei Lavori Pubblici del Comune di Palermo.
Nel documento si legge:

"Durante tutto il periodo della guerra furono lanciate sulla città circa diecimila bombe, di cui ottomila esplose.
L'azione aerea assunse la sua maggiore intensità nel periodo gennaio-luglio 1943, nel quale periodo furono sganciate circa settemila bombe, di cui seimila esplose.



Nella sola incursione aerea del 9 maggio 1943 furono sganciate circa quattromila bombe, di cui tremilacinquecento esplose.
Il bersaglio preso maggiormente di mira fu il porto, gli altri rioni della città, benché non siano stati danneggiati nella stessa misura, tuttavia hanno subito danni assai notevoli.
Nei quartieri ad est dell'asse Via Libertà, Via Oreto, cioè quelli più prossimo al porto, scoppiarono circa 5.800 bombe, mentre nei quartieri ad Ovest di quell'asse ne scoppiarono circa 2.200.
Dalle più attendibili statistiche fatte dagli Uffici pubblici competenti, è risultato che su 260.000 vani abitati prima della guerra, più della metà sono andati distrutti o gravemente dannegiati.
Oltre ai danni subiti dalle abitazioni private, la città ha avuto distrutti o gravemente danneggiati 188 edifici pubblici, 46 stabilimenti industriali e tutti gli impianti portuali..."

Nella sua copertina, il "Bollettino" pubblicò la fotografia ora riproposta da ReportageSicilia dell'area del Foro Italico colmata dai detriti provenienti dagli edifici distrutti dalle bombe, o demoliti perché giudicati pericolanti.
L'iniziativa di bonifica fu affidata dal governo militare alleato  a carrettieri ed altri trasportatori privati: non mancarono abusi, speculazioni e violenti contrasti fra personaggi che in qualche caso  sarebbero poi finiti al centro delle cronache di mafia cittadina.
Per incrementare i compensi, sembra che il loro piccone demolitore abbia fatto piazza pulita anche di edifici poco o per nulla danneggiati: un primo esempio di speculazione edilizia, anticipatore del successivo "sacco edilizio" cittadino.



La decisione di sversare in mare le macerie della guerra - alterando per sempre il paesaggio costiero palermitano, dal Foro Italico a Sant'Erasmo ed oltre - è da più studiosi attribuita al generale George Patton, al tenente colonnello Charles Poletti ed al sindaco Lucio Tasca Bordonaro.
Così ha scritto Sandro Attanasio in "Gli anni della rabbia, Sicilia 1943-1947" ( Mursia, 1984 ):

"Il primo ordine dato da Patton a Palermo fu quello di riparare i danni.
I prigionieri di guerra ebbero il compito di ripulire e di metter ordine, cosa che secondo Patton 'non doveva essere stata fatta dai tempi dell'occupazione greca'.
Fu in quella occasione che Charles Poletti ordinò che le macerie venissero scaricate a mare, sulla riva del Foro Italico, dalla Cala a Sant'Erasmo.
Aggiunse così Poletti che così 'Palermo avrebbe avuto un bel giardino a mare'"

La discarica del Foro Italico sarebbe in seguito diventata uno spiazzo abbandonato, occupato stabilmente da giostrai e nomadi.
Solo nel 2000, la vasta area sarebbe stata recuperata con la creazione di quel giardino beffardamente ipotizzato da Poletti
Nel frattempo, 74 anni dopo il 1943, Palermo non ha ancora del tutto cancellato dal tessuto urbano le rovine dei suoi devastanti bombardamenti.


      

  

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