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lunedì 16 ottobre 2017

LA DIMENTICATA RIVOLTA DEL MEDICO CONDOTTO A FLORESTA

Una strada di Floresta in una fotografia
pubblicata dal mensile del TCI "Le Vie d'Italia"
nel dicembre del 1956
Per molti siciliani attenti alle cose della loro Isola, Floresta è soltanto il comune più alto della regione.
Per arrivarci - su un crinale dei monti Nebrodi - bisogna salire sino a 1275 metri: un'ubicazione che per lungo tempo ha limitato la frequentazione del paese, preservandone l'identità dell'edilizia e delle poche centinaia di abitanti. 
Qui la Sicilia offre il suo clima più continentale, con temperature invernali che scendono spesso sotto lo zero: ed allora Floresta viene ricordata nelle cronache regionali dei "disagi del maltempo".
L'isolamento di questo piccolo comune del messinese ha fatto così in modo che Floresta sia stata raramente raccontata dai viaggiatori dell'Isola.
Uno dei pochi articoli dedicati alla sua storia si deve al giornalista e ricercatore catanese Salvo Nibali; lo si può leggere nel volume "Alcune Sicilie" ( Tringale Editore, 1990 ), che raccolse numerosi reportage realizzati in luoghi e fra personaggi della vita siciliana fra il 1983 ed il 1989
In quel racconto, Nibali spiegava la difficoltà di rintracciare documenti sulle origini di Floresta, legate alla storia della famiglia d'Alcontres.
  
"A Floresta tutto è uguale da sempre - scrive Salvo Nibali - le case e le persone hanno la medesima faccia di sempre: solida e antica, giallastra e rocciosa.
Scorre un sangue antichissimo nei volti della gente, preservatisi per lunghi secoli di isolamento.
E' sempre stato il paese che in inverno resta isolato per la neve, il paese più alto dell'isola.
E non ha mai avuto 'giustizia'.
Chi ne ha parlato ha pensato solo alla dolce Inghilterra dei suoi prati verdi d'estate, ai suoi boschi e ai suoi laghetti; o al manto nevoso che la ricopre d'inverno o ai ristoranti dei suoi dintorni.
Invece, Floresta è anche storia e difficile presente fatto di emigrazione e duro lavoro; è silenzio e pace e improvvisa estiva animazione; la semplice ricca ospitalità dei suoi abitanti.
Un medioevo senza castelli o palazzi baronali, il regno della vita lenta ed essenziale, dove si può ancora vivere e non dimenticare..."

Nel suo reportage, Nibali cita inoltre il dato secondo cui "nel 1893 il paese fu teatro di una feroce rivolta contro l'imposizione di nuove tasse".
La notizia trova riscontro grazie alla ricerca tra le pagine ingiallite dei quotidiani del tempo, aggiungendo spunti di curiosità e di studio sulle poco note vicende di Floresta.



La "feroce rivolta" ebbe in effetti luogo nell'ottobre di 124 anni fa, quando venne istituita una tassa comunale per mantenere in vita il servizio di un medico condotto.
Gli abitanti di Floresta - già afflitti da difficili condizioni economiche - misero mano a bastoni, roncole ed altri attrezzi agricoli, circondando il Municipio.
Sindaco ed assessori fuggirono; i dimostranti allora elessero per acclamazione un nuovo rappresentante comunale, mentre i due carabinieri che avevano di sedare la rivolta furono disarmati e fatti prigionieri.
Come accaduto per ogni moto siciliano, la sollevazione durò poco: il tempo necessario perché fanti e gendarmi partiti da Patti e Messina raggiungessero il paese, ristabilendo l'ordine e l'imposizione ai florestani dell'impopolare tassa.

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