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venerdì 13 gennaio 2017

LA LEGGENDARIA RICERCA DELL'ERBA DORATA DELL'ETNA

Crateri sommitali dell'Etna.
Le fotografie del post sono di ReportageSicilia

Luogo per eccellenza del mito nell'Isola dei miti - basti ricordare quello greco-italico degli immani Ciclopi - l'Etna racconta una curiosa leggenda legata alla frequentazione giornaliera delle migliaia fra escursionisti e turisti.
A ricordarla, è stato Santo Correnti in "Leggende di Sicilia" ( Palumbo, 1993 ), nelle pagine in cui lo studioso di Riposto precisava che le frequentazioni di viaggiatori alle pendici del vulcano iniziarono ai tempi dell'imperatore Adriano, nel I secolo dietro Cristo.

"La leggenda - scriveva Santi Correnti - dice che sopra il paese di Nicolosi, su per i fianchi del vulcano, cresce una favolosa erba, tutta d'oro: e se i siciliani potessero raccoglierla, diventerebbero tutti quanti ricchi sfondati.
Di quest'erba si venne a sapere per mezzo di un monaco, che arrivò in Sicilia da un lontano convento di un paese nordico, e salì fin sulla vetta dell'Etna.
Messosi a cogliere dell'erba, rimase assai meravigliato, vedendo le sue mani tutte piene di polvere d'oro.
Senza saperlo, egli era stato il primo ad avere raccolto l'erba d'oro dell'Etna; ma fu anche l'ultimo, perché egli rimase così stupito per lo straordinario avvenimento che dimenticò di segnare il punto preciso, e poi lo cercò invano.


Ritornato nel suo lontano paese, quel monaco raccontò ai suoi connazionali il prodigioso caso occorsogli; e la fama ben presto si sparse in tutti i paesi nordici, sicchè tanti forestieri vennero in Sicilia, e salirono sull'Etna, per cercare di trovare anch'essi la misteriosa ed invisibile erba d'oro ( e qui è chiara la genesi sociale della leggenda, perché è evidente il tentativo popolare di spiegarsi il fenomeno turistico, con il fatto che tutti questi forestieri si recavano sull'Etna evidentemente 'per cercarvi qualcosa di prezioso').
Ma per quante ricerche siano state fatte, nessuno è stato più capace di trovare l'invisibile erba d'oro dell'Etna.
Lo scrittore catanese Giuseppe Tomaselli riferisce che fino a non molto tempo fa questa leggenda faceva proseliti anche tra il popolino catanese, tanto che qualche 'civitoto' ( così sono soprannominati gli abitanti del più vecchio quartiere di Catania, detto latinamente 'a civita', la città ) partiva per l'Etna con la segreta speranza di tornare favolosamente ricco, raccogliendo con l'aiuto della fortuna l'inafferrabile erba d'oro..."



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