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sabato 18 aprile 2015

LA CATTURA INGLESE DEI PUPI DI ACIREALE

Una pagina dello studioso Sandro Attanasio ricostruisce la razzia dei paladini del 'puparo' Emanuele Macrì durante l'invasione anglo-americana della Sicilia

Agramante e Rodomonte,
due dei personaggi dell'Opera dei Pupi.
La fotografia è di ReportageSicilia

"La verità è che in Sicilia, saccheggiatori furono tutti: militari e civili, italiani e tedeschi ( e anglo-americani ) che diedero l'assalto ai depositi, ai magazzini, ai negozi, alle abitazioni civili. 
Quella orientale, che era zona di occupazione britannica, fu sottoposta a un duro trattamento coloniale. 
Spoliazioni, furti e razzie furono all'ordine del giorno.
Gli inglesi trasferirono nel Nord Africa i prigionieri di guerra.
Assieme ai militari deportarono migliaia di civili che in dispregio a ogni norma di diritto internazionale furono considerati prigionieri di guerra.
Bollati con la scritta PW sulle casacche, furono spediti nei terribili campi del Nord Africa, gestiti dai neo vincitori francesi.
Un'immensa folla di altri disgraziati, in attesa di imbarco per l'Africa o per altri lidi lontani, venne rinchiusa nei campi dell'isola..."

Così il ricercatore e storico Sandro Attanasio descrisse nel saggio "Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943" ( Mursia, 1976 ) le piaghe delle depredazioni e delle prigionie che aggravarono la conta delle vittime e dei danni provocati nell'isola dal secondo conflitto mondiale.

Foto ReportageSicilia

Tra gli infiniti episodi di razzia da attribuire alle truppe inglesi ve ne è uno insolito e dimenticato nella storia dell'operazione "Husky".
Ebbe luogo ad Acireale, dove i tedeschi si ritirarono dopo avere rinunciato a far saltare in aria numerosi palazzi barocchi ed il municipio, e dove qualcuno, dopo avere sgozzato due soldati di guardia, trafugò casse di denaro dal vagone di un treno:  

"Entrati in Acireale - scrisse ancora Attanasio - gli inglesi completarono l'opera di saccheggio iniziata dai ladri indigeni.
Fra l'altro gli inglesi bivaccarono nei locali del Teatro Pennisi sede della prestigiosa Opera dei Pupi del famoso 'puparo' don Emanuele Macrì. E tutti i pupi del teatro, centinaia e centinaia, furono 'catturati' dai britannici e fatti sparire..."

Foto ReportageSicilia


Don Emanuele Macrì, messinese e figlio adottivo di Mariano Pennisi, nel 1943 insieme a Paolo Messina era il "puparo" più in vista della cittadina catanese. 
Forse intimoriti dagli sguardi fieri e dalle luccicanti armature, i soldati inglesi fecero prigionieri Orlando, Rinaldo, Bradamante, Ruggiero, Agramante, RodomonteCarinda, Astolfo, Fiorindo, Ferraù ed altri valorosi pupi del teatro. 
Nessuno di loro ha probabilmente conosciuto gli stenti dei campi di prigionia africani; è invece probabile che più di un superstite serva ancora oggi da esotico ornamento nelle case abitate dai discendenti di qualche soldato di Sua Maestà britannica. 

Sbarco di truppe anglo-americane
su un tratto di costa siciliana, nel luglio del 1943.
La fotografia è tratta dall'opera
Rassegna Enciclopedica Labor 1935/1951,
edita a Milano nel 1951


  

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