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sabato 17 maggio 2014

L'INCANTAMENTO DI CALTABELLOTTA

Quattro fotografie di Melo Minnella dedicate al paese agrigentino che Matteo Collura nel 1984 definì "la più bella delle città al mondo visitate"

Vecchi tetti di abitazioni
nel centro storico di Caltabellotta, nell'agrigentino.
Le fotografie di Minnella riproposte da ReportageSicilia
furono pubblicate nel 1964 nel numero 35 della rivista "Sicilia"

Nel 1984 il paese di Caltabellotta venne citato da Matteo Collura nel saggio "Sicilia sconosciuta, cento itinerari insoliti e curiosi", edito da Rizzoli.                                    Nel suo personale reportage alla scoperta dell'isola meno nota ai viaggiatori, Collura inserì la visita della località dell'agrigentino fra gli "Itinerari d'autunno", non senza aggiungere questo personale giudizio:
"Caltabellotta: qui giunti, consentiranno i lettori all'autore di questa guida una eccezione, e gli lasceranno dire che questo aereo paesino nell'entroterra di Sciacca, in provincia di Agrigento, è per lui il più bello, non soltanto della Sicilia, ma delle città del mondo finora visitate.


La Chiesa Madre,
di origine normanna e con un portale ogivale

E non è per il paesaggio, vastissimo, che da qui si domina, e neanche per la disposizione a mite presepe dell'abitato, ma per una indefinibile atmosfera di pace e di incantamento. 
Si vaga, a Caltabellotta, tra passi rupestri, balze che sono balconi protesi su un infinito terrestre e marino, dolci pianori dove si affacciano chiesette semidistrutte, ma eleganti e discrete; e si incontrano, qua e là necropoli preistoriche, al riparo di rocce, e grotte ed eremi di santi, e avanzi di fortificazioni normanne, e tracce di insediamenti bizantini. Caltabellotta è un gioiello custodito da una chiostra rupestre".


La Chiesa Madre
dal castello dei Luna

Vent'anni prima dell'elogio espresso da Collura, il fotografo agrigentino Melo Minnella aveva dedicato a Caltabellotta un reportage di immagini in bianco e nero.
Quelle quattro fotografie - oggi riproposte da ReportageSicilia - furono pubblicate nel settembre del 1964 sul numero 35 della rivista "Sicilia", edita dall'Assessorato al Turismo, Spettacolo e Sport della Regione Siciliana.
Gli scatti di Minnella illustrarono un articolo dello studioso svizzero Jakob Job ( autore nel 1971 del libro "Sicilia", edito in Italia da Edizioni Silva ) dedicato alle vicende storiche di Caltabellotta.

La chiesa di Santa Maria della Pietà

Job ricostruì la millenaria successione di eventi del paese, ricordando che qui, nel 1302, venne siglato il trattato di pace fra Federico II d'Aragona e Carlo di Valois che fece terminare la guerra del Vespro, lasciando al primo la Sicilia.    
Le immagini di Minnella furono dedicate alla storica architettura della località: l'evocazione delle secolari vicende che si svolsero fra questi antichi edifici è rafforzata dall'assenza di figure umane, in quel contesto di "incantamento" descritto da Collura. 
Pochi mesi prima di quel reportage - nell'estate del 1963 - Caltabellotta era stata al centro delle cronache cinematografiche italiane: nell'estate del 1963, "l'aereo paesino" decantato anni dopo da Collura aveva infatti ospitato parte delle riprese di "Sedotta e abbandonata" di Pietro Germi.


  
                                                                               

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