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giovedì 16 gennaio 2014

LA STRENUA VITA DEGLI EOLIANI

Volti, oggetti e scorci dell'arcipelago di 50 anni fa. 
Quattro fotografie di Alfredo Camisa rivelano la primordiale essenza della sua vita quotidiana 


Ritratto di un pescatore delle Eolie.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia
sono di Alfredo Camisa e vennero pubblicate
nel 1961 nel volume
"Lo Stretto di Messina e le Eolie",
edito dall'Automobile Club d'Italia
per la collana "Italia Nostra"

"Immaginate una vita magra, essenziale, a prova di vento, sole, mare e fuoco; una vita povera, ma strenua; una vita senza miseria, spesso evangelica, spesso da ultimo confine dell'umano: cioè esemplare, quasi simbolica.
E subito vi sovviene la pesca come attività emblematica: infatti fu sempre occupazione primaria per questa gente.
Anche le donne qui uscivano a procacciare il pasto alle famiglie: sole, remando barche robuste con la poppa in avanti, o accompagnando i loro uomini e portandosi in mare anche i bambini.
Si usavano semplici barche o più grandi velieri, chiamati marticani...".



Fu con queste parole che nel 1977 la scrittrice milanese Gin Racheli descrisse nel volume "Eolie di vento e di fuoco" ( Mursia ), la vita dei pescatori delle sette isole messinesi.
La descrizione sembra trovare un preciso riscontro documentario nelle immagini riproposte da ReportageSicilia. 
Sono scatti ambientati non in mare, durante le attività di pesca, ma nelle case o in luoghi delle Eolie dove l'esistenza dei pescatori viveva il suo corso quotidiano. 



Le immagini portano la firma del fotografo Alfredo Camisa e vennero pubblicate nel 1961, nel volume "Lo Stretto di Messina e le Eolie", edito dall'Automobile Club d'Italia per la collana "Italia Nostra".
A corredo di queste fotografie, il poeta barcellonese Bartolo Cattafi scriveva:
"A principiare dal tempo, remoto, in cui la gente delle Eolie navigava per commerciare le ossidiane, la vita degli isolani è sempre stata legata al mare, amico e nemico, almeno quanto alla terra, ai pochi coltivi.
Ex voto nelle chiese, modellini di navigli nelle case testimoniano la dimestichezza con il mare e le attività che vi si svolgono: la pesca, la navigazione...



Il sole estivo rende abbacinante le bianche case mediterranee dell'isola di Stromboli, mosaico di piccoli cubi contro l'azzurro cupo del mare. Molte delle porte di Stromboli sono sprangate, e le case disabitate; dall'inizio del secolo la popolazione dell'isola si è ridotta, da 5000 a 500 abitanti.
L'Australia, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti sono i paesi di emigrazione degli strombolani, lontano dalla loro terra perennemente "ballerina".
La maggior percentuale della corrispondenza smistata all'ufficio postale di Stromboli giunge o è destinata oltre oceano".
  

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