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sabato 18 febbraio 2012

LA FIERA DEL FALLIMENTO

Una veduta aerea della Fiera del Mediterraneo pubblicata dalla rivista 'Viaggi in Italia' nell'aprile del 1948.
Nata due anni prima, la "Campionaria internazionale" ha rappresentato l'ennesimo fallimento della politica siciliana nel secondo dopoguerra, mancando ogni aspettativa di reale sviluppo.
L'agonia dell'Ente Fiera è terminata nel settembre dello scorso anno, con la liquidazione da parte della Regione Siciliana: le politiche dissennate e clientelari degli ultimi decenni hanno prodotto un buco di bilancio stimato in 18 milioni di euro
Nel secondo dopoguerra, l’evento nacque con la promessa di diventare uno di quegli appuntamenti che avrebbero potuto rappresentare per la Sicilia una reale occasione di sviluppo economico, fregiandosi della qualifica di “campionaria internazionale”.
La Fiera del Mediterraneo di Palermo, invece, ha rappresentato l’ennesimo imperdonabile fallimento di una politica regionale incapace di governare la cosa pubblica per il bene dei siciliani; l’ennesima occasione dunque di svilire quel “ruolo di centralità della Sicilia nel Mediterraneo” oggetto di tanta vuota e malfidata retorica di una pletora di politicanti locali.
La I edizione della Fiera si svolse nel 1946, in una città ancora ferita dalle bombe alleate, grazie alla creazione di un quartiere espositivo posto nelle campagne alle pendici urbane orientali del monte Pellegrino.
In una nota datata 1948, il direttore generale dell’Ente Fiera, Gianni Morici, scriveva che “guardando al futuro, abbiamo saputo porre la nostra organizzazione su basi sicure, adattando la funzione fieristica sul piano della organizzazione economica e mercantile del mondo moderno”.


Altre due fotografie che ritraggono le strutture della Fiera del Mediterraneo nei primissimi anni della sua istituzione.
 L'ultima esposizione risale al 2009, dopo due decenni di lento declino organizzativo e gestionale
Mai aspettativa e proposito furono tanto disattesi, a guardare il triste destino dell’area fieristica palermitana; nel settembre del 2011 infatti – dopo decenni di lento declino organizzativo e gestionale – la Regione Siciliana ha liquidato L’Ente Fiera, già al collasso per un debito stimato in 18 milioni di euro.
L’agonia della Fiera del Mediterraneo è stata penosa e ricca di contraddizioni, come spesso accade in vicende di fallimenti economico-imprenditoriali a Palermo e nell’isola, a cominciare dall’avvicendarsi di una decina di presidenti e commissari straordinari ( uno dei quali famoso per il godimento di eccezionali benefit, a cominciare da una Jaguar di rappresentanza ) negli ultimi anni di agonia gestionale.
Il fallimento è stato totale e mortificante, visto che ai portoni dell’Ente si sono presentati in questi ultimi anni anche gli ufficiali giudiziari per il pignoramento di arredi, suppellettili e degli stessi stipendi dei dipendenti.
Oggi, l'area e gli immobili presenti all'interno degli 83.000 mq della struttura sono di proprietà del Comune di Palermo, che attende forse le offerte di acquisto da parte di privati.
Qualche anno fa - non è chiaro se la notizia fosse leggenda o voce concreta - si parlò dell'interesse di un gruppo londinese finanziato da imprenditori sauditi; in tempi recenti, si sarebbe fatto avanti un gruppo italiano, ma senza che l'affare andasse a buon fine.  
Questo breve riepilogo della triste storia della Fiera del Mediterraneo di Palermo è stato scritto dopo che REPORTAGESICILIA ha reperito alcune vecchie immagini dell’area fieristica.
Le prime tre - in bianco e nero - sono tratte dalla rivista bimestrale ‘Viaggi in Italia’, edita nell’aprile del 1948 dal CIT e dalle Ferrovie dello Stato; la veduta a colori è invece tratta da una locandina che pubblicizza l’edizione della ‘Campionaria Internazionale’ che si svolse dal 29 maggio al 13 giugno del 1976.

In chiusura di questo post, REPORTAGESICILIA ripropone una fotografia che ritrae l'area fieristica palermitana in una inserzione pubblicitaria del 1976. Il decennio Settanta ha fatto segnare l'inizio del declino delle attività espositive, portando così l'evento commerciale su uno dei tanti binari morti in cui langue oggi l'economia siciliana



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